Quello appena trascorso è stato ovviamente un anno difficile per il trasporto pubblico. Il numero di passeggeri è sceso in modo sostanziale, nuove preferenze e nuovi modelli potrebbero aver cambiato per sempre i comportamenti dell’utenza. Già prima della pandemia, al trasporto pubblico era riconosciuto un ruolo importante nel raggiungimento di obiettivi sociali come l’accessibilità, la vivibilità e la sostenibilità. Parallelamente, gli sviluppi tecnologici, come l’automazione e la condivisione, offrono nuove opportunità in questo ambito. Insieme a Niels van Oort, co-direttore dello Smart Public Transport Lab alla Delft University of Technology, abbiamo indagato come questi sviluppi e tendenze ci aiuteranno o potranno aiutarci a rimodellare il panorama della mobilità e la relativa ricerca scientifica. Con un team di 25 ricercatori e 20 studenti all’anno, la ricerca di van Oort punta a trovare il mix ottimale di modalità di trasporto per raggiungere gli obiettivi sociali previsti, soprattutto nell’era post-Covid. In occasione della European Transport Conference 2021, Van Oort ricopre anche il ruolo di presidente del Comitato per il trasporto pubblico locale, responsabile della revisione e della selezione degli abstract presentati e dell’organizzazione dei seminari ospitati nell’ambito della ETC sul tema del trasporto pubblico: “Sia i risultati teorici che le lezioni apprese dalla pratica, aiuteranno a rimodellare il trasporto pubblico e i servizi di mobilità condivisa secondo le esigenze della società”.
“L’obiettivo principale della nostra ricerca è quello di trovare il mix ottimale di modalità di trasporto”, dice Van Oort. “Seppur nella diversità di veicoli e servizi, qualsiasi modalità può offrire un potenziale contributo al raggiungimento di obiettivi individuali e sociali. Un tema interessante è legato al fatto che, come conseguenza dell’innovazione tecnologica, emergono nuove modalità, come la micromobilità (per esempio biciclette e scooter condivisi) e i veicoli autonomi. Nuovi concept, come Mobility as a Service (MaaS), hanno anche il potenziale per sostenere città e regioni nel raggiungimento di obiettivi politici, come ad esempio gli accordi sul clima”. La ricerca di Van Oort prende le mosse dal modello delle 5E.
Questo modello affronta e quantifica i benefici potenziali dei progetti di trasporto pubblico e di mobilità condivisa.
Le 5E sono:
- Mobilità efficace (Effective mobility)
- Città efficienti (Efficient cities)
- Economia (Economy)
- Ambiente e salute (Environment and health)
- Equità (Equity).
Van Oort ha sviluppato il modello in collaborazione con Rob van der Bijl, durante lo studio di oltre 60 progetti di metropolitana leggera in tutto il mondo. “Ci siamo accorti che il trasporto pubblico e i servizi di mobilità condivisa, quindi più ampi della sola metropolitana leggera, potrebbero contribuire a molteplici obiettivi sociali, tra cui l’uso efficiente dello spazio urbano, la sostenibilità ambientale, la salute pubblica e l’inclusione sociale. Tuttavia, in molte discussioni sui programmi di investimento e sulle priorità politiche, i principali punti focali sono solo i costi e i guadagni in termini di tempo di viaggio. Introducendo il modello delle 5E, abbiamo voluto portare all’attenzione la più ampia gamma di impatti potenziali. Non tutti i progetti o sistemi di trasporto pubblico contribuiscono a tutte le 5E, ma è importante considerarle durante le fasi di progettazione e valutazione. Applicando l’approccio delle 5E per tutte le modalità (emergenti) in più contesti, è possibile determinare il mix modale ottimale, sia per le città che per le regioni“.
Durante la prossima conferenza ETC di settembre, i nuovi trend saranno discussi in più sessioni. “Un’occasione per indagare il grande potenziale di modalità e concept emergenti; intravedo, parallelamente, il rischio che temi come il MaaS e la guida autonoma vengano troppo enfatizzati, sopravvalutandone così gli impatti positivi. Per pianificare i nostri sistemi di mobilità secondo esigenze individuali e sociali, è importante avere una discussione onesta sui pro e i contro, che variano a seconda del contesto e del budget”. Durante la conferenza ETC sono previste molteplici presentazioni e discussioni riguardo alle modalità emergenti. Ci sarà una sessione dedicata agli shuttle autonomi, per esempio: in tutto il mondo ci sono molti progetti pilota che vanno in questa direzione, ma la loro implementazione e integrazione nelle reti di trasporto pubblico esistenti richiede molto più tempo del previsto, secondo Van Oort. “È di grande importanza condividere le nostre esperienze, invece di inventare la ruota più e più volte”. Una situazione simile riguarda i sistemi di trasporto a chiamata (DRT: Demand Responsive Transport). “In questo decennio, assistiamo a molti sviluppi e interesse nei servizi a chiamata, poiché la nuova tecnologia permette una pianificazione più efficiente e una comunicazione più facile con i passeggeri. Tuttavia, vediamo fallire molti di questi progetti pilota. Inoltre, ragionando dal punto di vista degli obiettivi sociali, i sistemi condivisi sarebbero da preferire, ma – nella pratica – ci accorgiamo che i servizi individuali hanno molto più successo. Durante la conferenza conosceremo le cose da fare e da non fare per quanto riguarda la progettazione e l’implementazione di questi sistemi. Se sono progettati bene e gli obiettivi (secondo il modello delle 5E) sono chiaramente definiti e concordati, il sistema a chiamata potrebbe, per esempio, contribuire notevolmente all’accessibilità nelle zone rurali” dice Van Oort.
La recente introduzione di nuove modalità, tra cui il bike sharing, ha anche aumentato l’attenzione al primo e all’ultimo miglio del trasporto pubblico. Questo si riflette anche nel numero di presentazioni correlate a questi temi nel programma della ETC2021. “Se vogliamo che la nostra mobilità sia più sostenibile, è necessario prevedere spostamenti a piedi, in bicicletta e con il trasporto pubblico. L’elettrificazione del parco auto è certamente un passo importante verso la mobilità sostenibile, ma – prendendo in considerazione altri aspetti del modello 5E, come l’uso efficiente dello spazio – non sarà sufficiente. Nel nostro programma di ricerca Smart Public Transport Lab, la bicicletta ricopre un ruolo centrale perché – in qualità di complemento al trasporto pubblico – contribuisce in modo importante alla composizione del mix ottimale di modalità di trasporto. Facilitando l’accesso e l’uscita delle biciclette verso il trasporto pubblico, il tragitto completo da porta a porta può essere migliorato e l’efficienza della rete di trasporto incrementata. Sfruttando i punti di forza di entrambi – ovvero flessibilità, salubrità ed economicità – la combinazione bicicletta-trasporto pubblico offre collegamenti comodi, affidabili e veloci per la parte principale di ogni tragitto”. Van Oort è convinto che questa modalità di trasporto combinato abbia molto potenziale, soprattutto a valle del rapido sviluppo del bike sharing e, in misura minore, degli e-scooter. “Anche nei Paesi Bassi, dove quasi la metà dei viaggi verso una stazione ferroviaria avviene già in bicicletta, c’è ancora molto da fare. La bicicletta ha dimostrato di avere successo nel migliorare il viaggio in treno da porta a porta, e vedo un potenziale simile quando si guarda al trasporto pubblico locale e regionale di alto livello, come la metropolitana, la metropolitana leggera e il trasporto rapido con autobus”.
Un’altra parte importante del modello delle 5E è l’equità o la mobilità inclusiva. Molte sessioni durante l’ETC saranno dedicate a questi temi, ovvero a come tutti, indipendentemente dal background e dalla posizione sociale, debbano avere accesso adeguato, per esempio, al lavoro e alle scuole. “Accanto agli obiettivi climatici, penso che questo sia uno degli aspetti principali da considerare nella pianificazione e progettazione dei sistemi di mobilità futuri, anche per quanto riguarda la digitalizzazione. Un buon programma di ricerca e scambio di conoscenze su questi temi è indispensabile, dal momento che le conoscenze attuali sono limitate”.
Infine, durante la conferenza, tutte le sfide e le tendenze presentate sino ad ora saranno discusse a partire dall’attuale contesto dovuto alla pandemia da Covid-19. Ricerche in tutto il mondo mostrano che i passeggeri intendono cambiare il proprio modello di viaggio nell’era post-Covid, specialmente a causa delle opportunità scoperte a seguito della diffusione dello smart working e a favore di spostamenti che implicano l’uso dell’auto o di modalità attive. “Questo è il momento per l’industria del trasporto pubblico di ripensare e ridisegnare le reti e i servizi. Sarà impegnativo, ma offrirà anche l’opportunità di fare passi concreti verso il mix ottimale, che comprende modalità emergenti, e ponendosi – parallelamente – a servizio degli obiettivi sociali espressi dal modello delle 5E”.