Photo by Stanislav Kondratiev
Mobilità a impatto zero: in bici a Bolzano
In Sudtirolo cresce il senso di “cultura ciclabile”. Parole chiave: movimento, rispetto per l’ambiente, ricreatività e alternativa.“Lo sapevate che il 28% degli spostamenti a Bolzano avvengono in bicicletta? Pedalare fa bene alla salute ed all’ambiente, contribuendo a creare una città più’ sana e vivibile”
Così il comune di Bolzano promuove da anni l’utilizzo della bicicletta. La città che ormai è in testa alla classifica italiana come la “più amichevole con i ciclisti” ha tessuto negli ultimi decenni una rete di piste ciclabili urbane che s’intrecciano per più’ di 50 chilometri e si diramano in ogni direzione collegando i percorsi ciclabili urbani ed extraurbani con tutte le città e con innumerevoli centri abitati e turistici in regione.

image from costruttoridifuturo.com
CICLABILITÀ E INTERMODALITÀ
È interessante inquadrare il tema in una visione di più ampio respiro che tiene conto anche dei recenti dati proposti da Legambiente sul valore del Prodotto Interno Bicicletta (PIB). Di cosa si tratta? È semplicemente il fatturato complessivo generato dalle attività collegate alla bici in Italia: ben 6 miliardi di euro, con il dato assolutamente rilevante di un aumento delle piste ciclabili del 50% nel periodo dal 2005 al 2015 (aumento stimato su un totale di oltre 100 città capoluogo). Paradossalmente, però, a fronte di tale aumento si rileva che non aumenta i numero di italiani che vanno in bici. Se erano il 3,6% nel 2008, continuavano ad essere il 3,6% nel 2015. Un evidente segnale che non è sufficiente potenziare o ampliare le strutture se contestualmente non vengono sviluppate sostanziali attività di comunicazione o favoriti strumenti culturali atti a promuovere un modo “alternativo” di movimento.
Una cultura che è spesso assente a livello nazionale e che dovrebbe essere diffusa in modo più concreto già a livello scolastico. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che il comparto di settore delle due ruote (moto + bici) alimenta un bacino di operatori che assomma a circa 60.000 addetti e produce un fatturato di 5 miliardi di euro. I segnali per il futuro della mobilità sono confortanti se si pensa che nell’anno 2016 sono aumentati i comuni che mettono a disposizione dei propri cittadini servizi di bike sharing (dal 61% al 66%). Mobilità ma anche intermodalità, una parola sempre più destinata a entrare nel nostro linguaggio “del domani”. Da un’indagine condotta da Ambiente Italia, scopriamo che su 104 comuni capoluogo, nel 40% dei comuni intervistati i mezzi pubblici consentono ai passeggeri il trasporto di biciclette, favorendo così una mobilità mista.

image from radionbc.it
LA PRIMA PISTA CICLABILE DI BOLZANO
La prima realizzazione di una pista ciclabile vera e propria a Bolzano avvenne quasi casualmente negli anni ’80 a seguito dello spostamento della linea ferroviaria Bolzano-Merano, che rese disponibile ad altri usi la sponda orografica destra del fiume Isarco, un percorso di tipo “ricreativo” riservato alle biciclette, da affiancare alla passeggiata stessa.
Il successo di tale iniziativa, dovuto anche alla posizione e al vantaggio di essere un accesso al centro storico, diede il via alla creazione di una “cultura ciclabile”, che si differenzia dall’attuale trend salutista: l’utilizzo della bicicletta come mezzo alternativo di trasporto si è sempre più diffuso, mettendo quindi l’amministrazione nelle condizioni di dover fornire risposte precise in termini infrastrutturali. Nasce una rete di percorsi nuovi. La particolare orografia della città di Bolzano, attraversata da tre fiumi, nonché la particolare disposizione dei principali complessi scolastici e sportivi lungo i fiumi, diede in seguito lo spunto per la creazione di una prima rete di piste ciclabili che costituisce la “spina dorsale” del sistema.
IL VALORE DELLA CONNESSIONE
Di conseguenza la bicicletta diventa il mezzo di trasporto alternativo in città per eccellenza: operando all’interno di un piano generale di riferimento che prevede il collegamento di tutte le zone scolastiche, sportive e ricreative cittadine in modo da formare una sorta di grande anello attorno al centro urbano, negli anni sono state realizzate ulteriori piste ciclabili.
Ciò ha dato origine a una rete in grado di dare una buona risposta alle richieste degli abitanti, permettendo quindi di passare da un uso quasi esclusivamente ricreativo della bicicletta, ad un utilizzo sistematico per i movimenti “casa-scuola” e “casa-lavoro“. Raramente le sedi stradali hanno larghezze tali da permettere di realizzare percorsi ciclabili senza interferire con la sosta. Laddove l’intervento è stato considerato di forte valenza, si è intervenuti vietando completamente la sosta o regolamentandola in modo differente, cercando peraltro di recuperare almeno parte dei parcheggi soppressi attraverso un ridisegno della sosta nelle vie limitrofe.
La recente trasformazione della zona industriale in zona produttiva e terziario ha avuto come conseguenza la dismissione di numerosi tratti ferroviari che conducevano direttamente ai principali stabilimenti e ne ha permesso l’utilizzo per la costruzione di piste ciclabili.
TRASPORTO ALTERNATIVO: LA SOLUZIONE DEL SUDTIROLO.
Il nuovo Piano Urbano del Traffico conferma per l’amministrazione comunale l’obiettivo di incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi e sono stati attivati interventi di concerto con le amministrazioni locali limitrofe per la realizzazione di piste ciclabili sovra-comunali, inserite nel piano di sviluppo provinciale. Ogni pista ciclabile extraurbana prevede la possibilità di utilizzare anche il treno per trasportare la bicicletta nei percorsi più lunghi e impegnativi.

image from greenmobility.bz.it
PAESAGGIO E MOBILITÀ LENTA
Il paesaggio cambia: spuntano alberghi per ciclisti, officine mobili, infopoint, punti di noleggio, posteggi per biciclette nei pressi delle stazioni, una specifica segnaletica stradale e stazioni di monitoraggio, i cosiddetti Bicycle Barometer, un sistema integrato in grado di misurare la frequenza ed i passaggio delle biciclette lungo questi percorsi.
Nascono una serie di progetti come ad esempio “Bolzano in bici” e “Bicicaffè” ed iniziative come “green mobility”, un progetto nato con l’obbiettivo di rendere il Trentino/ Alto Adige una regione modello per la mobilità alpina sostenibile in tutte le sue forme. I punti principali di tale progetto sono l’elettro-mobilità, il trasporto intermodale e la mobilità ciclabile con l’obiettivo di migliorare il traffico, di trasferirlo e nella migliore delle ipotesi di eliminarlo. La rete ciclabile altoatesina vanta più di 500 chilometri di piste ciclabili oltre che innumerevoli sentieri montani che permettono di arrivare in bicicletta fin sulle cime.
Una riflessione finale: occorre iniziare a pensare (e a convincersi) che schemi alternativi di mobilità sono sempre più sostenibili e indispensabili perché non solo permettono il ritorno a una dinamica “lenta” dello stile di vita, ma sono nuove opportunità di relazione con l’ambiente. Uno stile “lento” non significa “non attivo”, significa piuttosto una differente scansione del tempo a favore di un maggiore benessere individuale e collettivo, oltre che di una maggiore consapevolezza di essere parte di un tutto.
