Nuovo Ponte sul Ticino a Oleggio: Render di Progetto
Elaborazione grafica: NET Engineering
Il paesaggio, ponte tra storia e futuro.
La sostenibilità, risorsa imprescindibile per progettare il paesaggio e pianificare le infrastrutture. Il caso del Ponte di Oleggio sul Ticino.Il paesaggio, come indicato nella Convenzione Europea del Paesaggio, è una risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile dei territori e per questo motivo l’Unione Europea, nel quadro della visione comunitaria sulla biodiversità, si impegna a sviluppare una strategia per le Green Infrastructures quale strumento di pianificazione e gestione del territorio che richiede un approccio integrato e multidisciplinare che parte dalla scala territoriale fino alla scala locale. Tale approccio, condiviso e sviluppato negli anni da NET Engineering International quale visione capace di orientare il progetto verso interventi che ridefiniscano le relazioni tra natura e opera dell’uomo, trova applicazione nei più recenti lavori proposti, di cui il nuovo ponte sul Fiume Ticino è un interessante esempio di progetto come valore aggiunto.
La proposta per il nuovo ponte sul Fiume Ticino vuole essere occasione di applicazione di un approccio innovativo che da un lato possa rispondere adeguatamente alle problematiche tecniche e operative di progettazione e parallelamente si confronti con la complessità del territorio circostante, il quale richiede risposte articolate all’interno di una strategia unificata e multidisciplinare, in grado di reinterpretare le caratteristiche e le funzioni territoriali e ristabilire un equilibrio positivo in termini di vivibilità e qualità ambientale. Le scelte progettuali sono mirate quindi alla definizione di un sistema che integri la presenza di una nuova infrastruttura con la tutela e il potenziamento ecologico del territorio nel quale si trova, attraverso un dialogo sostenibile tra sviluppo umano e paesaggio. L’intervento si configura come una variante alla Strada Provinciale SP527 che prevede un nuovo attraversamento sul fiume Ticino in sostituzione di quello esistente, non più adeguato alle attuali caratteristiche dell’asse stradale. La SP527 costituisce, infatti, uno dei principali collegamenti tra le regioni Piemonte e Lombardia, in particolare l’asse stradale collega il territorio del Comune di Oleggio in Provincia di Novara con quello del Comune di Lonate Pozzolo in Provincia di Varese, collocato subito a sud dell’aeroporto di Malpensa.
In tutto il progetto l’unico elemento artificiale è il nuovo ponte sul fiume Ticino, pensato dallo studio CFC – Carlos Fernandez Casado, dell’ing. Javier Manterola, con NET Engineering, in affiancamento al vecchio ponte di Oleggio, progettato nell’anno 1889 dall’ing. Vincenzo Soldati. Il ponte è una delle ultime testimonianze di ‘archeologia industriale’, sopravvissuta alla Seconda Guerra mondiale, che ha invece causato la distruzione dei ponti in ferro di Sesto Calende (1882) e di Turbigo (1887). È un esempio di quella radicale innovazione nella tecnica costruttiva dei ponti resa possibile, dalla seconda metà dell’ottocento, grazie all’impiego del ferro che ha ancora oggi una grande valenza identitaria per le comunità locali e come landmark paesaggistico unico nel suo genere.
Una strategia progettuale ispirata dalla poetica del paesaggio.
L’intervento si inserisce tra due grandi aree boschive baricentriche rispetto al corso del fiume e vuole esserne tramite, all’interno del paesaggio unico della Valle del Ticino, diventandone connessione. Una strategia per mitigare l’effetto di frammentazione del territorio dovuto allo sviluppo delle attività produttive e per sostenere le popolazioni e le specie degli ecosistemi esistenti, in grado di ricomporre il territorio e capace di migliorare la percezione dell’intorno, accompagnando il fruitore della mobilità lenta nella lettura del paesaggio sotto vari punti di vista, informandolo e rendendolo consapevole in modo graduale delle molteplici qualità del contesto. Un progetto di paesaggio, portatore di biodiversità vegetazionale e faunistica, che agisce attraverso specie tipiche del luogo che ben si adattano alle condizioni climatiche e geografiche del contesto, in grado di intervenire in modo positivo sulla popolazione faunistica dell’area soprattutto all’insorgere degli effetti della frammentazione dovuta all’intervento antropico. Un approccio che prende spunto dalla lettura del territorio per fare del nuovo intervento un tassello del paesaggio in continuità con l’esistente. Questa fase costituisce parte fondamentale del processo progettuale. Infatti, a partire dallo studio dei caratteri del territorio sono state elaborate risposte progettuali coerenti con il contesto ambientale, i cui fondamenti vengono sintetizzati in una strategia per il masterplan delle opere di mitigazione ambientale che detta le linee guida di intervento secondo i tre ambiti individuati: la naturalità del fiume e delle sue sponde, i vasti complessi boschivi posti in prossimità dell’area di progetto e l’agricoltura dell’ampia pianura che si estende oltre la Valle del Ticino. A seconda quindi dell’area, sono state avanzate diverse strategie per le opere a verde con l’intento di integrarsi nel contesto e soprattutto di attivare effetti sinergici tra di loro, aumentando il valore complessivo dell’intervento rispetto al più semplice approccio di rispristino della vegetazione rimossa. Il valore ecologico complessivo è dato dalla somma di tutti i singoli interventi che beneficiano dei rapporti che questi generano tra di loro, favorendo la ricucitura con la Rete Ecologica Regionale dell’Alta Pianura Padana Piemontese-Lombarda.
Una visione integrata per la generazione di nuovi habitat ecosistemici per il Parco del Ticino.
La realizzazione dell’opera, oltre a richiedere l’occupazione temporanea di un’ampia area di cantiere, determina la perdita definitiva di superficie sulla quale verrà realizzata l’opera stessa; pertanto, nell’ottica di favorire un inserimento paesaggistico integrato con gli habitat esistenti sono stati approfonditi due differenti approcci per promuovere il processo di qualificazione delle componenti naturali dell’ambito di realizzazione. Dato il ruolo strategico delle aree boscate lungo il fiume Ticino una prima ipotesi prevede la messa a dimora di specie tipiche della flora locale che possano andare a creare un bosco in cui la specie dominante è la farnia, con la volontà di ricreare un ambiente boschivo che aumenti la sua densità arborea dall’esterno verso l’interno, nel pieno rispetto del cariceto esistente, garantendo quello spazio meglio definito nella letteratura ecologica come ‘ecotono’, cioè un ambiente di transizione tra due ecosistemi, e più in generale tra due ambienti omogenei. Come possibile valida alternativa, su indirizzo dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino, è stata verificata anche la possibilità tecnica del ripristino dell’area di cantiere ad habitat “Praterie magre da fieno a bassa altitudine”, poco rappresentato all’interno del Parco del Ticino, diversamente dagli habitat forestali, e per questo di maggior interesse naturalistico. Ciò con l’obiettivo di salvaguardare una parte di territorio dal grande valore storico-culturale, un paesaggio semi-naturale creato dall’uomo per la produzione di foraggio, simbolo di convivenza con l’ambiente circostante da tutelare e riscoprire.
Una soluzione che promuove la protezione della biodiversità faunistica.
Il sito assume una rilevante importanza anche dal punto di vista faunistico: il fiume Ticino ed i relativi ambiti boschivi fungono da corridoio ecologico per diversi animali quali mammiferi, anfibi e rettili che in questi habitat trovano riparo e cibo. Al fine di salvaguardare ciò, è stato proposto un masterplan che integri i necessari interventi di miglioramento dell’assetto idraulico con la realizzazione di scivoli e sottopassi faunistici con presenza di vegetazione di invito, dove è presente una più alta ricettività faunistica, per la creazione di una infrastruttura a sostegno della biodiversità che agisca attraverso specie tipiche del luogo.
Percorsi concepiti per un nuovo turismo culturale all’insegna della tutela ambientale.
L’intervento è concepito anche per essere elemento cardine di un itinerario cicloturistico volto a connettere e valorizzare le eccellenze ambientali, storiche e paesaggistiche del territorio della Valle del Ticino. L’obiettivo principale, oltre a quello di permettere la fruizione di un brano di paesaggio variegato, è quello di creare sinergia con gli altri percorsi locali della mobilità lenta al fine di promuovere nuove forme di economia legate al turismo sostenibile. Il progetto prevede la realizzazione di una pista ciclabile, interventi di miglioramento dell’itinerario tramite l’inserimento di filari alberati e interventi di implementazione della naturalità e valorizzazione paesaggistica dei canali di scolo con messa a dimora di vegetazione igrofila e scarpate in scogliera con gradonata viva di talee di salice per la protezione del rilevato stradale nelle aree allagabili per esondazione.
Il passato dialoga con il futuro preservando l’eredità della storia e tracciando nuove fruibilità del territorio.
Il progetto paesaggistico-ambientale affronta il tema di come l’inserimento di un nuovo ponte in un luogo dalla grande valenza ambientale possa essere opportunità per qualificare il suo contesto sociale (area di balneazione nella golena lungo il fiume), economico (miglioramento dei collegamenti stradali e ciclopedonali) e culturale (tutela e valorizzazione del ponte storico di Oleggio). Un’infrastruttura che permette di attraversare il fiume Ticino in sicurezza, uno strumento che parte dal concetto di connessione e diventa segno paesaggistico, con l’obiettivo di andare oltre ciò che è visibile, innescando nuova potenzialità per tutto l’ecosistema naturale con cui si relaziona. Un concetto di architettura del paesaggio che non consiste più solamente nel costruire un’importante opera di ingegneria, ma nel gettare il seme di un’idea di progetto allargato che possa essere di utilità e interesse nei confronti delle persone che ne usufruiranno. Un intervento che vuole quindi definire una nuova relazione con il contesto sia naturale che antropico, offrendo la possibilità di trasformare un territorio attraverso mirate scelte paesaggistiche e architettoniche che dialoghino tra di loro, agendo sull’immaginario e valorizzando l’identità collettiva di un luogo.
