Il progetto Legible London realizzato da Applied Wayfinding ha imposto un nuovo standard nel wayfinding cittadino.
Fotografia di Philip Vile
Wayfinding design per il contesto urbano
Da Londra a Vancouver: le riflessioni di un espertoAbbiamo intervistato Tim Fendley, Fondatore di Applied Wayfinding e tra i progettisti di Legible London, il famoso sistema di wayfinding ideato per la capitale inglese e oggi esportato in alcune delle più importanti città nel mondo. L’intervista esplora alcuni degli aspetti più interessanti della progettazione dei flussi: l’influenza della cultura locale e della fruizione turistica, la relazione con il sistema di trasporto pubblico, la misurazione dei risultati e gli indicatori di successo, nonché il ruolo delle amministrazioni pubbliche e degli investimenti che sarebbe necessario prevedere per migliorare la gestione dei flussi urbani.
Quali sono i più importanti fattori (dal punto di vista urbano e infrastrutturale, ma anche delle abitudini di turisti e cittadini) che è necessario prendere in considerazione ed esaminare prima di avviare un progetto di wayfinding design in un contesto urbano?
Per rendere un luogo più comprensibile è necessario pensarlo dal punto di vista del pubblico. Nello specifico, nella nostra attività prestiamo attenzione a ciò che è memorabile, unico, interessante – o, al contrario, a ciò che non si differenzia e non emerge dal contesto. Analizziamo anche panorami, visuali e monumenti. Uniamo tutti questi dati attraverso un software che ci permette di creare il “Legibility index”.
Sono stati realizzati studi di dettaglio su come le persone si muovono. Il lavoro di John O’Keefe e la sua scoperta delle “Place cell” è stato particolarmente illuminante. Comprendere in che modo il cervello valuta costantemente i luoghi e cosa utilizza come fonte per crearne un ricordo sono aspetti fondamentali per individuare quali informazioni è meglio fornire per permettere alle persone di creare una mappa in autonomia – nel momento in cui l’organizzazione architettonica degli spazi non lo fa! Questo è il nostro obiettivo primario.
Applied Wayfinding ha realizzato progetti in tutto il mondo: in che modo la cultura locale e le abitudini hanno influenzato le scelte progettuali?
Questo è un tema interessante. Si possono individuare schemi mentali radicati nel modo in cui le persone si comportano, ma ci sono innegabili differenze locali che spesso hanno a che fare con la codifica della città: avete provato a trovare un indirizzo a Seul? Oppure avete visto quanto gli americani vanno in confusione a Londra quando cambia il nome di strade dritte?
Quando lavoravamo sulla strategia di wayfinding per la città di New York abbiamo spesso sentito dire che visitare Manhattan non richiede grande aiuto per via della numerazione delle strade. Una ricerca sui visitatori ci ha mostrato, invece, che c’era un divario tra le persone che conoscevano la città, e che si erano abituati a riconoscere i suoi codici abbreviati, e coloro che non la conoscevano e che quindi non avevano a disposizione alcun indizio. La griglia delle strade non è così ovvia come potrebbe sembrare e la somiglianza tra gli incroci accresce il disorientamento.
Il tema principale è che la maggior parte dei luoghi nei quali lavoriamo sono attrattori di un pubblico sempre più internazionale e a volte rendere una destinazione comprensibile a tutti significa rendere comprensibile le abitudini e i codici locali. Ma non è sempre facile.

Applied Wayfinding ha realizzato a Cleveland un esteso sistema di wayfinding, che include la segnaletica stradale, mappe stampate e mappe digitali interattive, realizzate da Living Map.
Quale impatto può avere un buon progetto di wayfinding sulle abitudini dei cittadini e sulla fruizione turistica di una città?
Quello che facciamo, fondamentalmente, è connettere il senso di fiducia e sicurezza delle persone con il loro appagamento e l’impressione che hanno di un luogo. Quando i viaggiatori hanno la sensazione di essersi persi, possiamo osservare statisticamente il loro desiderio di ri-visitare un determinato luogo e fare scelte migliori e più positive circa il mezzo di trasporto e più probabilmente la scelta sarà quella di muoversi a piedi.
Un posto altamente frequentato è più sicuro e migliore per l’economia locale. I commercianti e le imprese valutano il valore di un luogo in base al traffico di passaggio, perciò fare in modo che le persone camminino ed esplorino quartieri sconosciuti permette di supportare l’economia locale, l’attivazione delle strade e, in generale, il benessere cittadino. I fattori sono tutti connessi, perciò la migliore strategia è avere un approccio dotato di più fronti: miglioramento delle strade, placemaking, possibilità di cenare all’aperto, diminuzione del traffico. Si tratta di fattori che devono essere correlati e supportati da un sistema di wayfinding coerente ed esteso in tutta la città.
Una buona integrazione tra il sistema di trasporto pubblico – basato sui principi dell’intermodalità – e il wayfinding design produce una mobilità senza soluzione di continuità. Qual è il miglior progetto, secondo la tua esperienza, nel quale il wayfinding design si è integrato con la rete di trasporto pubblico?
L’ambizione di un sistema di mobilità senza soluzione di continuità è fantastica, è basata sull’utente e sul suo viaggio. Se tutto quanto funziona, è semplice, facile da ricordare e quindi produce migliori e più numerosi viaggi. Il beneficio che il “senza soluzione di continuità” offre è sottostimato nella visione degli esperti di wayfinding.
La sfida è dovuta al fatto che i molti sistemi di trasporto di una città, inclusi quelli ciclabili e pedonali, fanno spesso capo a più di un operatore, per buone ragioni. A volte non abbiamo l’opportunità di connettere i diversi sistemi, ma possiamo inserire una nuova modalità all’interno di un contesto esistente, come è accaduto per Legible London. A Vancouver abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con quasi tutte le modalità di trasporto, con lo scopo primario di farle funzionare insieme e creare un sistema multimodale. Il progetto ha avuto successo e in ragione dei suoi grandi obiettivi, ora include tutte le modalità di trasporto. È diventato un esempio multimodale per tutto il Nord America.

A Vancouver, BC, Applied Wayfinding ha lavorato con la municipalità cittadina, la DVBIA, l’ente del turismo e TransLink per creare un sistema di wayfinding multimodale
Quali sono gli indicatori di successo di un progetto di wayfinding design? Quali sono i migliori risultati raggiunti dai vostri progetti più importanti?
La risposta sta nei risultati: le persone camminano di più? Tornano a casa con l’impressione che abbiamo voluto lasciargli? Prima di Legible London, le passeggiate stavano calando nella zona centrale della città, poiché le persone non pensavano potessero fare piccoli spostamenti a piedi. Tutto ciò è cambiato. Ora il sistema ideato per Legible London è usato più di un miliardo di volte all’anno e diversi studi testimoniano il suo impatto positivo.
Le analisi statistiche sono difficili da trovare: è costoso realizzare gli assessment, l’impatto del wayfinding è spesso molto leggero e altri fattori possono entrare in gioco. Detto questo, i report cui abbiamo contribuito mostrano un ritorno di investimento cinque volte superiore per la città. Si tratta di un ritorno enorme che tuttavia evidenzia quanto negativamente siano visti i software o i progetti di wayfinding: non attraggono investimenti in relazione all’impatto che sono in grado di generare.
Un altro indicatore riguarda la creazione di un’icona, il cui principale valore è aiutare a raggiungere un vasto consenso tra diverse parti. A partire da questo si può creare un sistema connesso che abbia senso per l’utente finale, ovvero i turisti e coloro che si muovono a piedi.
Ciò che ci interessa registrare è quanto velocemente un luogo si imprime nella memoria e quindi si connette ai nostri pensieri.
Nella tua esperienza, quali sono gli investimenti che le amministrazioni pubbliche dovrebbero programmare per migliorare la gestione dei flussi cittadini?
Le persone hanno sempre bisogno di supporto per attraversare luoghi nuovi: più un ambiente è complesso e difficile da memorizzare, più è complicato attraversarlo. Non è sempre possibile cambiare una struttura architettonica o il layout delle strade, anche se a volte sarebbe la cosa da fare per avere il maggior impatto possibile. Una volta, a New York, abbiamo suggerito che l’intera Broadway fosse ricoperta di erba con file di alberi.
La reale conoscenza del flusso di persone è, in realtà, l’unico indizio da seguire. L’avvento dei big data e la rivoluzione IoT dovrebbe, in teoria, fornirci una grande quantità di dati per comprendere meglio e nel dettaglio il movimento delle persone. Abbiamo già avuto modo di lavorare con alcuni di questi dati e abbiamo scoperto che spesso combaciano con gli andamenti che avevamo pre-osservato. La possibilità di raccogliere dati in tempo reale e nel dettaglio accrescerà la nostra conoscenza dei flussi, migliorerà la misurazione e permetterà di intervenire con immediatezza.
La fonte di stress per le persone – e quindi la loro reticenza nel viaggiare – sta nelle connessioni: trovare una stazione, cambiare modalità di trasporto, scoprire in quale strada svoltare. Una grande quantità di denaro viene investita nell’accelerare il passaggio tra questi punti. Da una prospettiva differente, i veri benefici dovrebbero essere ricavati velocemente dai software presenti in città e dalle informazioni ricevute, con l’obiettivo di ottimizzare ciò che già esiste. Questo permetterebbe di ottenere immediatamente un flusso e una mobilità migliore, e soprattutto sarebbe un investimento preventivo molto saggio.
