Ponte ad arco sul fiume Isarco - Rendering a cura di Net Engineering
BIM: esperienze applicate di Information Modelling nel settore delle infrastrutture
Un progetto pilotaIl Forum Internazionale OICE sul BIM – la cui seconda edizione si è tenuta il 22 giugno a Roma – è l’occasione per fare il punto sugli ultimi sviluppi del processo di digitalizzazione nel settore dell’ingegneria e delle costruzioni e sul Building Information Modeling. A partire dal lavoro di scrittura delle linee guida di riferimento per la redazione dell’Exchange Information Requirement (EIR) e del Bim Execution Plan (BEP), redatto dall’Associazione Europea delle società di ingegneria (EFCA) e dalla BIM Task Force, al Forum sono stati presentati i risultati di due progetti pilota italiani, sviluppati dalle società di ingegneria Net Engineering e Politecnica.
Il progetto che Net Engineering ha curato all’interno di un tavolo di approfondimento organizzato e coordinato da OICE, ha riguardato la fattibilità tecnico-economica della bretella ferroviaria a singolo binario della Val di Riga fra Rio Pusteria e Bressanone. L’intervento si sviluppa per circa 4 km e si caratterizza per la presenza di due importanti opere d’arte: il ponte ad arco sul fiume Isarco di 172 m e la galleria naturale sotto l’autostrada A22 lunga 850 m. L’importo dei lavori ammonta a 69.5 mln €.
L’obiettivo della ricerca durante lo sviluppo del progetto pilota è stato quello di accrescere il livello di digitalizzazione della fase progettuale attraverso un’evoluzione efficace e graduale delle prassi esistenti e degli strumenti attualmente in uso, allineandosi alle Best Practice Internazionali e sfruttando appieno i concetti e le tecniche di Project management e di Information technology. Le attività, coordinate dall’ing. Vettese, membro dell’EFCA, sono state avviate a novembre 2016 e hanno visto impegnata Net con un team di lavoro di 5 tecnici e un Project Manager.
Il progetto della Val di Riga è stato scelto sia perché rappresenta una delle tipologie principali di servizio ingegneristico della società, sia perché il Committente pubblico, la Società Trasporti Alto Adige, si è mostrata molto interessata al mondo del BIM, guardando con curiosità allo sviluppo del progetto pilota. Potendo contare su una spinta innovativa verso questa modalità di progettazione, la società dei trasporti altoatesina sta promuovendo una serie di bandi di gara nei quali richiede l’utilizzo della modellazione informativa in aggiunta alle richieste di servizi di ingegneria più tradizionali.
Per poter far fronte all’impegno sul progetto, Net Engineering ha investito sulla formazione delle risorse e sui mezzi hardware e software consultando le più quotate software house come Autodesk, Bentley, Nemetschek, Novapoint, ecc., in modo da orientare la scelta sulle strumentazioni più idonee allo scopo. Per quanto riguarda invece la formazione delle risorse, i membri del team di lavoro hanno frequentato corsi per BIM specialist, BIM Coordinator e BIM Manager, oltre ad un affiancamento in project coaching con un consulente esterno.
Il percorso di sviluppo del progetto si è diversificato in due ambiti paralleli. Il primo, più metodologico, ha visto impegnato il Project Manager nello sviluppo del Bim Execution Plan per il progetto pilota, partendo da un template generale sviluppato dal coordinatore del progetto BIM-OICE. Il secondo ambito, prettamente operativo, ha riguardato le attività sui processi progettuali che si sono svolte tra febbraio e maggio 2017 e che venivano alimentate dai risultati raggiunti nell’ambito metodologico. Il team tecnico si è trovato di fronte ad una gestione dei processi progettuali totalmente nuova, che ha spostato il baricentro delle attività non più sulla redazione degli elaborati grafici, ma sulla progettazione tridimensionale degli oggetti e soprattutto sulla necessità di far interagire in modo strutturato le discipline progettuali.
Per agevolare la transizione a questo nuovo approccio, Net Engineering si è dotata di un software di project management per poter strutturare le informazioni e disporre di un ambiente integrato per la condivisione dei documenti di progetto (il CDE, Common Data Environment). Il team ha da subito utilizzato i tool allegati al BEP di riferimento, a partire dalla scheda di progetto redatta durante la fase di start-up, che rappresenta la prima occasione di digitalizzazione nel CDE dei dati provenienti dal riesame del contratto di incarico. Si tratta di un documento che viene mantenuto costantemente aggiornato mano a mano che il Project Manager acquisisce le informazioni utili al progetto. In parallelo sono stati sviluppati gli altri due tool previsti nel BEP, la PBS e il Tabulato Processi. La PBS, acronimo di Project Breakdown Structure, è stata ottenuta scomponendo l’opera secondo lo studio di fattibilità, individuando 4 lotti, suddividendoli in tratte di progressive chilometriche e spingendo la scomposizione ad un livello sufficientemente rappresentativo della fase progettuale oggetto dell’incarico. Il Tabulato Processi rappresenta il vero cuore di tutta l’organizzazione del progetto: è uno strumento molto potente perché in grado di intercettare e mappare tutte le informazioni necessarie e garantire l’integrazione di tutte le discipline progettuali.
In parallelo allo sviluppo dei tool, il team ha lavorato in modo approfondito sullo studio dei modelli di tre dei processi progettuali principali: la topografia, la modellazione della ferrovia e delle opere d’arte maggiori e minori. Sono state inoltre studiate opportune procedure operative per il collegamento dei modelli ai tool di computazione.
I risultati della sperimentazione, presentati durante il convegno, sono stati indubbiamente positivi dal punto di vista della metodologia e dei tool utilizzati. Sul fronte operativo, la strada da percorrere è ancora lunga: i software utilizzati purtroppo non sono pienamente maturi per gestire progetti di ingegneria di infrastrutture in BIM. Durante la ricerca infatti ci si è resi conto dei limiti di dialogo e di scambio di informazioni sia tra i software di authoring appartenenti alla stessa software house, che per gli altri tool utilizzati. A ciò si aggiunge anche la nota mancanza di un formato aperto per lo scambio delle informazioni, come per esempio è l’IFC per l’edilizia. È stato, dunque, necessario superare questi limiti strutturando procedure informatiche per ricondizionare i dati provenienti da un software e renderli utilizzabili dagli altri.
Nel complesso la ricerca è sta molto incoraggiante perché i limiti dei software sono stati brillantemente superati contando su una strutturazione delle informazioni efficace che ha toccato tutti i task del progetto. Inoltre sono state costruite diverse librerie di oggetti riutilizzabili in altri progetti e sono stati sviluppati template su excel e dynamo in grado di gestire lo scambio di informazioni tra progettisti ferroviari, strutturisti e computisti. Auspicando un miglioramento a medio termine del livello di maturità dei software utilizzati, i problemi di comunicazione tra le diverse piattaforme si ridurranno e ci si potrà concentrare con più impegno sullo sviluppo progettuale.
