Stazione della metropolitana di Doha, Linea rossa, 3D Revit Frame
Flows 2.0
Nuove modalità di progettazione delle infrastruttureL’espressione modernità “liquida” del filosofo Zygmunt Bauman è forse quella che meglio rappresenta la condizione odierna della società contemporanea. Nel mondo attuale, secondo Bauman, tutto è divenuto “liquido”, rapportando il comportamento sociale dell’uomo alle caratteristiche dei fluidi e al loro non essere in grado di mantenere una forma definita nel tempo. Le nuove forme di produzione e di rapporto sociale sono, infatti, veloci, anonime, mutevoli.
La geografia sociale è, dunque, mutevole ed effimera e produce una nuova ”materia liquida” che si muove in ogni istante attraverso le reti virtuali, ma anche attraverso le reti fisiche delle infrastrutture, modificando in modo tangibile il paesaggio che ci circonda: il paesaggio liquido è caratterizzato da un incremento delle reti di mobilità e dalla loro crescente velocità di collegamento.
Le nuove necessità di movimento e le infrastrutture conseguenti formano il principale elemento di scrittura del paesaggio contemporaneo. Anche in Italia la società è sempre più mobile e dinamica: sono quasi 29 milioni (48,6% della popolazione residente) le persone che ogni giorno effettuano spostamenti per recarsi sul posto di lavoro o di studio. Con la “liquidità” cresce quindi la mobilità e con essa anche la ricerca e l’innovazione digitale e tecnologica legata a questo ambito specifico.
Il processo di trasformazione digitale delle infrastrutture coinvolge per sua natura molteplici aspetti che spaziano dall’analisi dell’area di influenza e dell’impatto socio ambientale, alla valutazione delle interferenze, fino alla interazione con opere strutturali, architettoniche e impiantistiche. Questa multidisciplinarità richiede il trattamento di dati in formati differenti.
Il BIM, Building Information Modeling, è lo strumento che meglio si adatta a queste nuove esigenze operative nei diversi ambiti e in tutti gli stati di avanzamento del ciclo di vita dell’opera, dalla concezione, alla costruzione, alla sua gestione, fino anche alla sua eventuale dismissione, creando le basi a un progetto definito ”circolare”.
La piattaforma BIM infrastrutturale consente a tutti gli attori di interagire con un modello unico condiviso, e permette a ciascuno di essi di operare all’interno delle proprie aree di competenza. Grazie a questa tecnologia, i diversi operatori condividono le modifiche da loro apportate al modello e contemporaneamente ricevono quelle realizzate da altri utenti; tutti gli operatori partecipano così allo sviluppo del modello in modo dinamico, interattivo e multidisciplinare. Ciò permette di semplificare la gestione delle diverse parti dell’opera, di garantire un continuo monitoraggio dell’avanzamento della modellazione e di verificare l’operato di ciascuno degli utenti interagendo direttamente con essi.
Il supporto del BIM è essenziale per la configurazione di un contenitore di gestione dati di natura topografica, delle nuvole di punti (Point Clouds, PC), dei rilievi laser scanner per l’acquisizione intensiva di dati. La piattaforma BIM permette di generare il modello tridimensionale dell’infrastruttura, comprensivo di ulteriori elementi caratteristici: impianti speciali, opere complementari, sotto servizi. Il BIM consente pertanto di costruire la caratterizzazione di ciascuno degli elementi del modello infrastrutturale mediante la definizione di classi di oggetti. Una struttura di questo tipo presuppone la suddivisione dell’infrastruttura in un numero definito di componenti e la conseguente associazione ad esse di un adeguato contenuto informativo.
Uno dei principali punti di forza della modellazione parametrica delle infrastrutture è pertanto l’interoperabilità con le altre piattaforme BIM, ovvero la possibilità di trasferire contenuti informativi generati da applicativi software diversi utilizzando sistemi aperti (OpenBIM); tra questi ultimi il formato più diffuso è noto come IFC (Industry Foundation Classes), che ha raggiunto un notevole grado di maturità in campo architettonico e strutturale.
Nel suo impianto, il BIM è dunque un dispositivo – metodologico e tecnologico – finalizzato alla gestione dei processi e delle fasi operative di modellazione digitale delle opere sempre più presente nelle opere più innovative, con vantaggi tangibili in termini di qualità e di processo, a tal punto che la Direttiva Europea 2014/24/EU ne raccomanda l’utilizzo su tutti i processi costruttivi.
La trasformazione digitale 3D delle infrastrutture può essere estesa all’analisi di tempi di esecuzione (BIM 4D), alla gestione dei costi (BIM 5D) e alla gestione del mantenimento dell’opera (BIM 6D).
Oltre questo, infine, sono in fase di evoluzione due ambiti specifici sui quali in futuro potremo avere certamente risultati significativi, quali la comunicazione e la sicurezza. Molte opere infrastrutturali hanno spesso un blocco nell’accettazione da parte degli utenti dovuto alla scarsa comunicazione e condivisione del processo. La piattaforma BIM, se aperta e resa condivisa, può consentire un continuo monitoraggio delle attività da parte della collettività, attivando una maggiore consapevolezza del progetto e uno scambio più efficace. Anche la sicurezza sia in fase di cantierizzazione che di utilizzo può trovare amplificazione attraverso il BIM: simulazioni dinamiche derivate dal modello digitale possono introdurre gli utenti ad un uso consapevole dell’infrastruttura nelle sue varie fasi, nonché simulare i comportamenti appropriati in caso di emergenza.