Il conte Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, diede fondo a tutte le risorse della sua famiglia per coronare il suo sogno: fondare una biblioteca sua propria. E nel 1812 ne aprì le porte a tutti. “Ai figli, agli amici, ai cittadini” recita la targa tuttora affissa. Certo, tutta quella cultura scritta, nell’Italia analfabeta pre-risorgimentale forse serviva a poco, ma invece ora, 200 anni dopo, ricchi di strumenti alfabetico-digitali, siamo in grado di servircene per migliorare il mondo?
La disponibilità di informazioni ha portato infatti a una nuova consapevolezza della realtà. Le tecnologie ci mettono oggi a disposizione strumenti utili a strutturare il nostro patrimonio informativo in un discorso organico, che tenga conto della complessità delle posizioni in campo e permetta a chiunque di far sentire la propria voce a tutto vantaggio dell’allargamento dell’intelligenza collettiva e della co-progettazione.
L’area Expo, giusto per citare un tema attuale, ancora in attesa (è passato un anno!) di un progetto esecutivo di ricollocazione, è stata oggetto di una discussione collettiva operata sulla nostra piattaforma, www.oxway.co. Il tema, aperto a tutti i lettori del Corriere della Sera e a chiunque si volesse cimentare, era: “Quale destinazione d’uso per l’area Expo, dopo Expo?”. Lungi dal coinvolgere i cittadini nella mera valutazione di un pacchetto di soluzioni calate dall’alto, l’architettura della piattaforma consente a chiunque di avanzare i propri suggerimenti e a tutti di valutare le proposte altrui. L’adesione sul tema del post-Expo è stata piena e consapevole: più di 1000 iscritti, più di 500 proposte pervenute da svariate categorie di cittadini, la maggior parte complesse, pensate, appassionate. Il report che abbiamo redatto sta per essere consegnato al sindaco di Milano. Tale iniziativa dimostra che è viva nei cittadini la voglia di partecipare, di contribuire per determinare la valorizzazione delle risorse strategiche del territorio.
Come ha dimostrato del resto la recente nascita in USA del movimento YIMBY – antitesi al più noto Not-in-My-Back-Yard (Non accanto a casa mia) attraverso la sostituzione dell’originario “Not” con un assertivo “Yes” – la tendenza a lasciare ad altri gli oneri inerenti il miglioramento del mondo è un retaggio che di buon grado lasciamo rotolare indietro agli anni ‘80 che la generarono. Ora le persone sono pronte a farsi carico della fatica del cambiamento se, attraverso tale sforzo, il mondo migliora per tutti. Come, due secoli fa, fece il padre di Giacomo Leopardi.
La partecipazione allo sviluppo virtuoso della Cosa Pubblica è un tema delicato in Italia. Troppe ruberie e troppe omissioni hanno penalizzato il territorio e i cittadini. L’auspicio è che d’ora in poi e sempre più le pubbliche amministrazioni dotino la popolazione di strumenti digitali per favorire la loro partecipazione attiva, invitino a usarli, formino i propri quadri e dirigenti a promuoverli. Bisogna abituare le persone alla partecipazione, perché si rechino numerosi e volenterosi nella Biblioteca odierna. “Non solo per vantaggio e comodo dei discendenti – sta scritto nel testamento del conte Leopardi – ma ancora per utile e bene dei concittadini”.